Perchè giocare ?

by The Master

 

Una delle prime domande che ci si sente porre quando si cerca di spiegare cosa sia un “Gioco di Ruolo” è la fatidica “Ma chi vince?” o “Hai vinto?”, “Ma quando finisce?”,”Ma quanto dura?”; bhe forse sono più di una ma esprimono tutte una domanda nascosta che nessuno osa porre “Ma perché si dovrebbe giocare ad un gioco di ruolo?”. Le risposte sono molte e varie e vanno dalle più o meno serie a quelle più paradossali.

Ci giocano i miei amici; chi io? Sono qui per caso; Così , per fare qualcosa; Mi piace quel tizio/a; Per conoscere gente nuova; Sono solo curioso; Non ho nulla da fare; Mi piace l’atmosfera; Mi piace la compagnia; Ci gioca il mio ragazzo/a; Mi distrae dai problemi quotidiani; Posso esprimere una parte di me che di solito reprimo; Per evasione; Mi fa sentire parte di un libro o un film; Per Passione; Perché lo trovo un bel gioco; ecc.

La maggior parte di queste affermazioni portano a fugaci apparizioni all’interno di gruppi duraturi o a brevi avventure giocate con giocatori più o meno occasionali. Si potrebbe iniziare una lunga disquisizione sull’opportunità di giocare con persone simpatiche o “Particolarmente Interessanti” o sulla bravura del Master o sull’originalità e capacità di coinvolgere delle avventure ma tutto ciò deve fare i conti con la cosa più fondamentale, il gioco in se stesso. Un gioco fatto di regole che inizia semplicemente per diventare sempre più complesso, che pone davanti a scelte ed a volte davanti a brutte sorprese ( perdita di livelli, perdita di punti caratteristica, morte del personaggio o simili blocchi più o meno temporanei). Compito del Master oltre ad organizzare l’avventura è anche la gestione del gruppo sia dal punto di vista umano che dal punto di vista del personaggio, l’ideale è un bel gruppo ben affiatato che gioca in armonia. Oddio che incubo un tale gruppo non darebbe scampo al Master che in fin di conti è sempre uno e se non potesse usufruire delle debolezze dei giocatori non avrebbe scampo, anzi dalla mia, oramai lunga, esperienza posso dire che un tale gruppo rientra nella categoria dell’Utopia, e di solito ambizioni o scopi personali , riferendosi al personaggio, hanno sempre portato ad alleanze più o meno temporanee in base all’opportunità, all’amicizia o all’modo di vedere le cose da parte del personaggio (vedi allineamento, nascita, classe, ecc.). Come Master in ogni caso ho sempre puntato sul gruppo, o per simili intenti , vedi personaggi legali, o solo per sopravvivenza, vedi gli altri, l’importante nel gioco è il gruppo, sia perché il master non può gestire avventure contemporanee separate di parti del gruppo sia perché parti del gruppo non hanno la forza necessaria a superare ostacoli pensati per il gruppo nell’insieme. Quando si gioca ci sono sempre due gruppi, quello dei personaggi e quello dei giocatori, il bello dei giochi di ruolo è proprio che a volte si può fare nel gioco ciò che nel gruppo di giocatori sarebbe visto in modo assai diverso senza sentirsi colpevoli, il gioco è il gioco la realtà è un'altra cosa, il gioco ed i rapporti dei personaggi possono essere complessi ma mai quanto quelli tra i giocatori che si basano su valori differenti. Alcune regole del gioco a volte vengono usate per nascondere malumori tra i giocatori e ciò è doppiamente nocivo al gruppo, non porta ad un chiarimento fra i diretti interessati ed estremizza la lettura delle regole. Mi è capitato in passato che dei giocatori siano venuti a giocare solo nella speranza che il loro personaggio tornasse in vita o che fosse liberato da prigioni o incantesimi e che la situazione andasse avanti per due o tre partite. Il Master non può sapere quando ciò accadrà perché i personaggi hanno la capacità di fare sempre il contrario di ciò che il master si aspetta ed anche se la persona in questione come personaggio non sa e non dovrebbe sapere ciò che gli altri personaggi fanno nel frattempo, per il giocatore è tutt’altra questione, fa parte del gruppo di giocatori e nello stesso tempo tutela il suo personaggio, infatti perché mai dei giocatori dovrebbero rischiare il proprio personaggio per salvare quello di un giocatore che non partecipa con loro al gioco? Torniamo dunque alla domanda principale, perché giocare? Perché piace il gioco nella sua meccanica e complessità, perché si fa parte di una simulazione divertente, a volte grottesca di una possibile realtà in uno dei tanti mondi che la nostra fantasia in diverse età o momenti ci porta a sognare, con la sua magia, misteri, segreti e scontri epici vissuti senza drammi con i nostri amici, anche se a quello che non ha lanciato quel particolare incantesimo o a quello che ti ha fregato le tue ultime monete d’oro, per non parlare di quello che mirando all’avversario continua ad ostinarsi a colpire la tua schiena vorresti offrire un viaggio senza ritorno attraverso il primo portale per l’abisso a tua disposizione.